Il Festival del cinema di Venezia 2021 è iniziato con una storia di donne forti e molto sicure di loro. Madres Paralelas è il film di Pedro Almodóvar che ha aperto il concorso del Venezia 78, mettendo in scena due protagoniste femminili che affrontano la vita a testa alta, trasformando le loro paure in momenti di crescita e rivalsa. Nella nuova fatica di Almodóvar le donne sono sempre al centro e in particolare le madri, celebrate nell’essere fulcro d’amore ma anche metafora di radici e memoria storica. Ancora una volta il regista spagnolo affida alla sua musa Penelope Cruz il ruolo principale: i due, in questo film, collaborano per la settima volta insieme.
Madres Paralelas: la trama
Janis e Ana sono due madri single che si ritrovano a partorire quasi contemporaneamente nella stessa struttura. La fotografa quarantenne Janis, che da tempo voleva diventare madre, ha deciso di tenere la sua bambina nonostante il suo amante le abbia chiesto di abortire, mentre Ana ha solo 17 anni e alle spalle una storia tremenda collegata alla sua maternità. Il loro incontro scatenerà una serie di conseguenze in cui centrano menzogna e necessità di amore. Intrecci casuali che legheranno le due donne indissolubilmente.
Una storia sulla maternità per una spettatrice incinta all’ottavo mese

Sono venuta al Festival di Venezia 2021 esattamente all’inizio del mio ottavo mese di gravidanza e ritrovarmi in sala con il primo film che parla di maternità mi è sembrato quasi un segno del destino. Certo le prime sequenze, la scena delle doglie e del parto, non sono state rincuoranti. Eppure è proprio da quel dolore che arriva una delle gioie più grandi della vita. In scena ci sono tre madri: una che lo desidera tanto, una ragazzina che non è pronta e una madre matura che preferisce dar precedenza alla carriera in modo egoistico. Queste tre madri, ognuna imperfetta a modo proprio, permette di raccontare la maternità non solo dal punto di vista delle fatiche e delle rinunce a cui una madre è sottoposta, ma anche porre una riflessione su chi non è in grado di essere madre.
In Madres Paralelas la maternità diventa metafora a 360 gradi

La maternità è messa in scena per aprire una riflessione sulla libertà di scegliere se essere madri single, di creare una famiglia allargata e assolutamente senza alcuni tipo di schema sociale preimpostato, di rinnegare il proprio ruolo. Maternità qui è anche metafora di radici e memoria storica. Una Spagna mamma che ha dimenticato i caduti in guerra, senza nemmeno dare loro una tomba. La protagonista Janis infatti si batte per effettuare degli scavi archeologici che possano riportare alla luce gli scheletri di uomini gettati in una fossa comune datata al regime franchista. Il riportare alla mente gli orrori della guerra civile spagnola, attraverso gli occhi delle mogli e delle figlie che hanno perso i loro mariti e padri, permette di riesumare di un passato tremendo, di cui ancora oggi si fa fatica a parlare.
Oltre le buone intenzioni di Almodovar, il film è ricco di spunti e tematiche, forse troppe per un film che non riesce ad essere ben bilanciato. Nonostante la maternità sia un’esperienza e un qualcosa di viscerale, il regista spagnolo non riesce a mettere il solito pathos in questo film, rendendolo un titolo che non spicca nella sua filmografia.
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